Gioca Giuè

Il blog di videogiuochi che non stavate aspettando altro

La mia ragazza (rettifico: sono un nerd, quindi non posso avere una ragazza, semmai un gatto, quindi mi riferirò a lei come “lolcatz“)
Dicevo, il mio lolcatz non ha la patente – presumo in quanto lolcatz – quindi ogni mattina si fa un’ora di mezzi pubblici per andare da casa al lavoro, e un’ora e mezza per tornare. Questo la espone a un numero incredibile di aneddoti che poi sono costretto ad ascoltare quando torna a casa la sera e che approfondirò in seguito.
Per me l’autobus come concetto proprio puzza, e la metro di Roma è più o meno così:

Mappa della metro di Roma

quindi per muovermi sono costretto a utilizzare qualsiasi mezzo privato previsto dalla serie GTA, dalle scarpe Bull Boys con le rotelle nella suola al cacciabbombardiere.
Il mio cantante prediletto addirittura, pur di non usare le FFSS2, si è comprato anche la moto (usata ma tenuta bene) per andare a rimorchiare in Romagna.
Fatto sta che né io né il cantante di cui sopra siamo abituati all’uso del TPL (Trasporto Pubblico Locale), lui perché è un borghesaccio che vota Abberluscone, io perché c’ho il motorino, pertanto ATAC succhiami la nerchia.

Il mio cantante prediletto

Questa cosa del TPL però sembra non essere stata compresa un granché dal mondo dei videogiochi.
Ultimamente, in un momento in cui non avevo cipolle da raccogliere a ChefVille, mi sono trovato a reinstallare Sim City 4 e per la prima volta ho provato l’espansione Rush Hour.
Dovete comprendere che, per chi è nato e vissuto a Roma, la mobilità è il problema numero 2 in assoluto (dopo la querelle tra Riomma e Lanzie) e un po’ tutti si sentono metà allenatori e metà assessori al traffico. Per cui, quando ho avuto modo di utilizzare la nuova funzione per visualizzare gli spostamenti di tutti i sims, mi sono un (bel) po’ bagnato nell’intimo.
Come funziona la vita di un pendolare in Sim City 4? Beh: vive in un mega condominio di mediobasso ceto sociale, usa la propria auto per arrivare fino alla fermata dell’autobus davanti casa, prende l’autobus, fa mezza fermata, affitta un’altra auto, arriva alla stazione del treno, parcheggia in doppia fila creando intasamenti di traffico indicibili, prende il treno, scopre che non ho ancora costruito la stazione vicino al suo posto di lavoro, chiama il consigliere del traffico, gli spiega il problema, il consigliere del traffico mi appare in pop-up tutto incazzato rosso, io scopro chi è il sim delatore, gli demolisco casa e al suo posto ci costruisco una statua dedicata alla mia gloria.

Nella realtà (almeno a Roma), le cose vanno in modo un po’ differente, o almeno così racconta il mio lolcatz invece di andare in cucina a prepararmi un sandwich.

SARX88 is not amused
(Il paragrafo successivo è stato autorizzato dalla giunta Alemanno)

In genere il pendolare romano vive in una stanza tripla di un bilocale di periferia insieme a 5 pakistani che vendono Peroni scadute a piazza Trilussa nei periodi in cui il sindaco emette i decreti anti-alcool. Ha una fermata dell’autobus sotto casa ma nessuna delle linee che ci si fermano gli serve per arrivare a lavoro. Si fa a piedi 2 km fino alla prima fermata utile. Scopre che il nuovo piano di mobilità della circoscrizione ha deciso di cambiare tutte le linee. Cerca sul sito dell’ATAC un nuovo modo per arrivare a lavoro. Il sito dell’ATAC non si carica perché sul cellulare ha TIM che non prende manco sotto i ripetitori di Radio Maria. Entra in un bar e chiede informazioni, ma nessuno lì ha mai saputo nulla di una fantomatica fermata dell’autobus, figuriamoci della modifica delle linee. Andando a caso finalmente trova la fermata giusta. Dopo 40 minuti di attesa passano insieme 4 autobus della stessa linea. Il primo e il secondo sono pieni e non riesce a entrarci. Entra nel terzo. Sull’autobus un vecchio gli/le tocca il culo. Dopo 25 minuti arriva alla stazione della metro. La metro è chiusa perché gli ascensori sono rimasti bloccati a metà tra il secondo e il terzo piano seminterrato con dentro 30 passeggeri nel panico di cui due in procinto di avere un attacco cardiaco, dice che è colpa dell’ACEA che ha tagliato la corrente perché il comune non paga le bollette. Si rimette in attesa per un altro autobus su cui dovrà percorrere l’intera tratta da capolinea a capolinea. Dopo 10 minuti parte l’autobus. Sopra ci trova un tizio che lo/la guarda muovendo una mano infilata dentro i pantaloni. Un carcerato attacca bottone dicendo che il valore delle sigarette a Rebibbia non è più quello degli anni ’50, quando c’era solo Regina Cœli e l’esserci rinchiuso era considerato un punto d’onore per ogni romano che volesse dichiararsi tale. Dopo 65 minuti arriva all’altro capolinea. Scende dall’autobus. 500 metri a piedi ed arriva a lavoro.

(Purtroppo a Roma la mano morta in autobus non è più ben vista sin dagli anni 60)

Se volessimo confrontare le freccine colorate che in Sim City 4: Rush Hour indicano i tragitti dei pendolari con quelle di Roma, vedremo che quelle di Sim City sono eccessivamente caotiche, mentre quelle di Roma sono un’unica freccia dritta, che però bestemmia ogni 15 minuti.

Quello che mi chiedo, quindi, è: perché mai, oggi che gli sviluppatori di videogiochi sono in grado di creare routine e algoritmi così complessi da simulare il disdoro di un pupino che vive nell’unica baracca di merda che non ho collegato alla rete idrica, non è mai stata realizzata una simulazione di pendolare che sia realistica e fastidiosa come nella realtà?

Eppure il motore su cui far girare un gioco del genere esiste già da tempo, ed è stato usato su un solo gioco (sottovalutatissimo) chiamato State of Emergency, dove c’era un’emergenza qualsiasi3 e la gente fuggiva a caso e tu picchiavi e sciacallavi e ogni tanto usciva scritto sotto qualcosa tipo “GENTE PAZZA DINAMITARDO FOLLE“.

Se sostituissimo le texture da mall di sobborghi americani casuali con mura romane sgarrupate, State of Emergency diventerebbe la perfetta simulazione di “gente che aspetta l’autobus mentre l’ATAC è in sciopero”.
Una volta è capitato anche a me. Ero al capolinea del 309 distratto ascoltando musica col walkman e quando iniziai a sentire il brusio salire, mi tolsi le cuffie e vidi davanti a me un’orda di anziani imbufaliti aggredire l’autista che non voleva partire. Roba di ombrelli puntati ad altezza occhi, per farvi capire la pericolosità della situazione. Non avendo nulla di meglio da fare, iniziai a incitare i vecchi dicendo ROBA DA MATTI, o anche HO MIO NONNO CHE È MALATO E NON POSSO ANDARE A VISITARLO. Ai tempi poi non c’era ancora il decreto anti-vetro, quindi avrei anche potuto iniziare a lanciare bottiglie di Dreher da 66 contro l’autobus che la legge sarebbe stata dalla mia parte.

Curiosamente, poiché gli autisti dell’ATAC scioperano due volte al mese, questa scritta è più comune da vedere di quelle che riportano numero e capolinea.

Esistono decine di simulatori di qualsiasi cosa, dal muletto per scaricare bancali dai tir4 all’escavatore da cantiere, passando ovviamente per tutti i simulatori di treni5. E in nessuno di essi è previsto l’attacco di paura e delirio della folla incazzata.
Perché se nella realtà guido la metro e mi fermo 500 m dopo la stazione, è certo che CGIL-CISL-UIL mi copriranno il culo e non verrò licenziato. Ma nell’attesa della vertenza di lavoro, mentre sono lì nell’oscurità del tunnel a bearmi di aver mandato a puttane il lavoro e lo svago di centinaia di passeggeri, costoro si faranno tutti i vagoni di corsa pur di sfasciarmi in faccia la porta della locomotiva.
Nei simulatori invece dicono OH NO, ANDRÀ MEGLIO LA PROSSIMA VOLTA! RICARICA DALL’INIZIO DEL LIVELLO?
Certo, direte voi: è un’astrazione necessaria per differenziare il giuoco dalla realtà.
Però no, io non ci sto.

Voglio avere la possibilità di prendere un’accetta (una di quelle rosse sempre presenti vicino agli estintori in caso di epidemia zombie) e uscire affrontando la folla inferocita in un contrattacco in stile Dead Rising, ma va bene anche senza katana e carrello della spesa.
Se simulassi la metro di Tōkyō, vorrei vedere i salarymen che si buttano sulle rotaie perché sono stati licenziati dalla Sarukassoh Co., Ltd. per non aver versato sake nel bicchiere del boss la notte prima all’izakaya.
Se simulassi quella di Roma, vorrei poter impersonare il passeggero (o almeno vederne una simulazione di pathfinding) che tenta di arrivare alla banchina ma è ostacolato da una mega pozza d’acqua di 20 cm perché è piovuto e l’architetto che ha progettato la stazione non aveva previsto il tetto.
Se dovessi guidare un autobus, dovrei avere la possibilità di non fermarmi alla fermata sfiorando a 200 km/h la gente in attesa salutandoli beffardo; se lo guidassi a Londra, dovrei poter uscire dalla mia postazione coi vetri antiproiettile, salire al piano superiore del double decker e disarmare a calci rotanti il ragazzino di Peckham che fa il matto sniffando eroina e molestando le vecchiette; se lo guidassi negli States, vorrei poter rispedire nei sedili in fondo tutti i passeggeri di razze a me non consone, per non parlare dei ricchioni che per me non c’è nessun problema figuriamoci, ma le loro cose le facessero a casa loro.
E sapete cosa? Vorrei poter deragliare la metro dalle sopraelevate di Brooklyn buttandola addosso a un palazzo random di Bedford-Stuyvesant abbattendone la criminalità. Perché guidare un mezzo pubblico non è solo lussuria e festini soft-erotici, ma anche un servizio per la comunità.
Ma soprattutto vorrei SMOKE COAL EVREEDAY, EDGING LIKE A MAD CUNT:

A questo punto qualcuno se lo starà chiedendo, ne sono certo: perché Copons ha scritto un articolo di un milione di battute sul TPL?
Beh, la risposta è molto semplice: rosico, rosico come una merda, che i sim delle mie città preferiscono farsi 90 minuti in macchina, intasando l’intera rete stradale, piuttosto che alzare il culo e arrivare a una fermata dell’autobus che gli ho costruito a 2 isolati distanza. E poi si lamentano se costruisco un casello su ogni rettilineo per far cassa.
E anche: perché cazzo la spiaggia libera è il luogo più pericoloso della città, nonostante ci abbia costruito la centrale di polizia affianco per stroncare sul nascere le eventuali manifestazioni pubbliche di fricchettonaggine con il loro tradizionale dispiego di canne e bonghi?

Lo dico pubblicamente (almeno fino a rettifica e/o rimozione di questo post): Will Wright, prima di rilasciare il prossimo Sim City, vieni a Roma. Ti ospito io a casa mia, ho un divano comodissimo o almeno è quello che mi hanno detto tutte le ragazze dell’est che ho adescato su CouchSurfing.
Vieni a Roma che ti mostro come funziona girare coi mezzi, il commuting come lo chiamate voi e che a me sembra sempre l’atto con cui un transformer switcha da autoveicolo a robottone.
Vieni a Roma, ti do un cellulare con muovi.roma.it in bookmark6 e ti lascio a caso dentro San Basilio7 dove qualora necessario puoi rimediare eroina ai prezzi più competitivi del quadrante nordest della città.
E da lì tenta di tornare a casa mia. A piedi sono circa 2 km, ma no… tu sei americano. 2 km a piedi non ce la puoi fare. Forse forse in taxi. Ma non ce lo vedo un taxi ad entrare dentro San Basilio senza un’arma da fuoco qualsiasi nascosta nel cruscotto o sotto il sedile. E allora connetti quel cazzo di telefono e prova a usare i mezzi pubblici.
Scoprirai tutto un nuovo mondo lisergico e meraviglioso e sono certo che nel prossimo Sim City i sims saranno molto meno cacacazzi nello scegliere il mezzo di locomozione per arrivare alla fermata dell’autobus più vicina e magari riusciranno a usare i loro fottuti piedini di cui, grazie a Padreppìo, sono fortunatamente muniti.

  1. Approssimativamente 250 metri in piano. []
  2. Ai tempi non esistevano cose tipo Trenitaja o Italo, che comunque non penso preveda la tratta Bologna-Riccione. []
  3. I terroristi. []
  4. Concetto introdotto in Shenmue. []
  5. Train Simulator, Densha de GO!, persino Trains vs Zombies, che è un addon di Train Simulator, ma comunque. []
  6. Per chi non è di Roma: provate a usarne le mappe – anche della versione desktop atac.roma.it. È un’esperienza che ricorda quella di LSD: Dream Emulator. []
  7. Uno dei quartieri più citati sul Messaggero Cronaca di Roma, adiacente a Talenti, dove vivo io. San Basilio è un quartiere popolare mentre Talenti è medio-borghese. Tra i due quartieri esiste una grande rivalità, espressa nelle vicinanze del capolinea degli autobus di Largo Pugliese, dove una scritta riporta “SAN BASILIO SPARA TALENTI IMPARA” a cui è stato aggiunto in calce “E RISPONNE COR BAZZUCA” []

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