Gioca Giuè

Il blog di videogiuochi che non stavate aspettando altro

mmmmh sono tutto un marmo, il gioco doveva chiamarsi Sword of Sodom, che gran gruppo, Obsessed by Cruelty è imbattibile
mmmmh sono tutto un marmo, il gioco doveva chiamarsi Sword of Sodom, che gran gruppo, Obsessed by Cruelty è imbattibile

Qualche tempo volevo coprire l’hands-on di GTAV, avevo pure pronto il titolo, modestamente geniale: Chili con Carnage.

Poi all’improvviso, il Palazzo nella sua forma più grama e bieca: “Non lo fare bzbzbzbzbzbzbz, se ne sta occupando Copons bzbzbzbzbzbzbzbzbzbz, questo messaggio si autodistruggerà con un verso di caneape fuzzy“.

Mettiamoci l’anima in pace dico io, nulla si può contro il potere congiunto delle due torri, quella di Caizzi e quella di Barad Dur dove l’occhio di Copons penetra le carni e tutto vede.

"Corri Orchetto Caizzi e sii fastidioso!"
“Corri Orchetto Caizzi e sii fastidioso!”

E così, nella verde Berlino, passano tranquilli i giorni, serene le settimane, finché, annoiato dall’essere sventrato come una papera a Fifa14 online, annoiato dalla birra, annoiato dalla noia, ricordo improvvisamente di avere Tekken 6.

Con l’aria di chi la sa lunga dico anche alla mia ragazza: “Lavi guarda abbiamo Tekken 6, finalmente potrò batterti anche in questo gioco, stasera ci divertiamo ha ha!”

Tolgo il disco di Fifa (grondante sangue di papera) dalla  Ps3 attraverso il remote eject del controller e mi alzo per inserire quello di Tekken 6. Nel frattempo mi chiedo pure: “Ma a cosa serve poter  espellere il disco da 10 metri, seduto sul tuo divano, se poi comunque ti devi alzare per sostituirlo? Mah, MYSTERYO”.

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Ciao sono un phesso

Impiego bene le 5 ore che servono per caricare la prima schermata, nell’ordine: preparo un ragù’ con i fiocchi, misso 2 pezzi, ne arrangio altri 3,  faccio un ritratto della mia ragazza e scherzo con qualche amico con Skype, finisco di leggere le ultime pagine della preziosa autobiografia di Dave Mustaine e finisco anche una traduzione.

Nell’altra ora che occorre per andare alla schermata “VS” preparo un mantecato al cioccolato che levati, e nella mezz’ora successiva, giusto il tempo di arrivare alla schermata selezione personaggio, mi bevo un caffè, fumo una sigarettina e gioco un livello di Papa Pear Saga.

Stupidamente, non avevo messo in conto quelle tre, tre ore e mezza che servono per caricare il combattimento vero e proprio. Ne approfitto quindi per andare a fare la spesa, fare un salto dal mio amico Alan a parlare di calcio,  e tornando verso casa mi fermo a guardare le vetrine perché ho tempo da perdere, ed è poi un piacere sapere che Tekken 6 sta caricandosi e lavorando per il mio divertimento. Torno a casa e faccio in tempo a gustarmi quella schermata più inutile di un buco di culo sul gomito stile ‘giorno/notte’.

Arriva però la parte peggiore. I personaggi hanno una mobilità che Sword of Sodan a confronto aveva la fluidità leggiadra del primo Prince of Persia combinato con Flashback, sono enormi e sembrano dei blocchi di cemento con le unghie e vestiti alla caz de can. I combattimenti sono brutti, ripetitivi e noiosi e la musica è letteralmente agghiacciante. In più un combattimento dura poco e poi ti tocca aspettare un altro paio di giorni prima di approntarne un altro.

Tra me e me penso: Sword of Sodan è stato il mio primo gioco per Amiga 500 (assieme a Double Dragon) e ci ho giocato talmente tanto da averlo bruciato. L’ho pure comprato pirata in Via Gallia in un negozio che vendeva giochi originali (ah la serietà d’un tempo) e mi costò 16.000 Lire, ovvero 4.000 a dischetto. Lascio a voi la matematica. Eppure già allora dicevo, cavolo, come sono grossi e impacciati questi personaggi, perché non li hanno fatti un po’ più piccoli in modo da favorire la giocabilità? Parliamo però del 1989 e per Amiga 500 Sword of Sodan rappresentava il motivo, o uno dei motivi, per cui rompevi le palle ai tuoi genitori così alacremente e con così tanta foga che alla fine cedevano.

E poi dopo qualche anno però ti compravi questo

oppure Moonstone, titolo definitivo ed indimenticabile

che ALMENO ti davano il senso dell’evoluzione del prodotto, del lavoro della gente, dei soldi spesi (in Via Gallia al negozio che vendeva giochi originali e pirata sottobanco), ti davano un cazzo di fomento e di belle speranze per il futuro.

Tekken 6 (e intendo Namco Bandai e tutti coloro che ci hanno lavorato) è riuscito nell’impossibile compito di fare il percorso inverso, una lobotomia retroattiva del gioco, del giocatore, del picchiaduro in generale, dando sempre più la conferma che Tekken 3 per Ps1 rimane tutt’oggi il migliore della serie, senza se e senza ma, non ci sono cazzi. E io quel gioco l’ho squagliato, assieme a mio fratello e anche mio padre. E non mi venite a dire che “eeeeeh però vedi qua è stato sacrificato X per ampliare Y che nel 3 te lo sognavi” “eeeeeeeh ma la grafica” “eeeeeeeeeh però la personalizzazione dei personaggi” “eeeeeeeh Eddy Gordo”.

Balle, è l’occhio di Copons che vi inganna.

P.S. Copons è il mio Dio incontrastato, volevo solo utilizzare un espediente narrativo per metterlo in mezzo. Io amo Copons, ogni giorno quando mi alzo e quando vado a dormire do un bacino alla sua foto chiedendogli fortuna e DANARO. Caizzi invece è veramente un orchetto fastidioso.

P.P.S: avete ascoltato Parallax & Shaders, la compilation nata dalla collaborazione tra BlackLodge e Gioca Giué  in streaming su rockit?

FATELO!


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