Quando decido di scrivere qualcosa su un gioco, in genere lo faccio perchè ha veramente senso farlo, nel bene e nel male. Dragon’s Crown è un titolo che non ha particolari velleità socio-rivoluzionarie, è semplicemente un titolo che fa (e cristo se lo fa) bene quello che deve fare: sfondare di magie e spadate nella capa dei dragoni giganti e signori dei demoni.
Possiamo definire Dragon’s Crown come un “gioco di menare i dragoni” per 1-4 giocatori; di base è Dungeon and Dragons (vabbè dai, meno articolato, niente parlare con la gente, niente lanci sul carisma, poca esplorazione e sempre finalizzata al menare), quindi abbiamo le nostre care classi – Menatore, Mago, Napoletano, Nano, ecc ecc con le differenti abilità e controcazzi. Salta subito all’occhio lo stile grafico: zinne giganti su stregonesse praticamente deformi e gobbe, chiappe improbabili su aitanti amazzoni, ma anche fisici maschili montuosi e perizomini à la Conan sugli ometti, tutte caratteristiche che ci fanno immaginare un character designer con dei gravissimi issues psico-sessuali. Ma questo non peggiora l’esperienza di gioco anzi, la rende più assurda e interessante.
Diciamo che il gioco in sè è diviso in due parti. La prima, quella di esplorazione dei dungeon è praticamente un picchiaduro a scorrimento: una caciara di pizze ovunque, “oddio zì non vedo più do sto” “zi sei quello col cerchio rosso, ah no scusa quello era un mob, tu me sa che sei morto.” ma vi giuro su tutto ciò che ho di più caro che è divertente come poche cose. Un sovraffollamento video, un tale tornado di botte in ogni direzione, un button mashing che ti fanno ringraziare di essere vivo e di non star giocando ad ICO. Ho letto insensate critiche che descrivevano gli eventuali (ma comunque MINIMI) rallentamenti video come un difetto, come il risultato di un caos su schermo eccessivo, inutile.
Stolti dico io.
Se nella mischia non cala il framerate significa che ne stai dando poche. E la cosa bella è che praticamente tutte le classi sono divertenti da giocare, differenti tra loro, e con mille modi diversi di nukare di botte i poveri mob.
La seconda parte si svolge nella cittadina in cui ha origine il gioco; oltre ad avere la funzione di farvi premere il tasto “continua” durante i dialoghi con gli abitanti del villaggio che vi danno quest di cui non ve ne fotte un cazzo, è qui che si svolge quello che secondo me rappresenta il restante 50% del gioco: scoprire i loot appena ottenuti nei dungeon, equippare il possibile a seconda del livello per rendere i vostri pg ancora più sgravati, skillare le abilità AL SOLO FINE di tornare nei dungeon e operare nuova violenza psicofisica agli eventuali nemici. Non so se è chiaro il potenziale di questo infinito cerchio della vita: Dungeon (ottieni loot ed exp) —> Città (utilizzi loot ed exp) —> Dungeon (ottieni loot ed exp) e così via all’infinito.
Ora, per come l’ho presentato non sarebbe difficile pensare “mamma mia che palle, sembra un gioco quasi meno vario di ICO, anche se è ontologicamente impossibile”. In realtà moltissimi elementi concorrono al rinnovo costante del divertimento. Cominciamo con la possiblità di giocare fino a 4 giocatori contemporaneamente, in locale e non. E cioè tutto ciò che ho descritto prima (pizze, caos sullo schermo ecc ecc), x4. Poi abbiamo 4 difficoltà diverse – e no, non parlo di easy, normal, hard, very hard, bensì di normal, hard, infernal, ultimate. Queste difficoltà propongono gli stessi dungeon ma con mob diversi e più forti, con boss di livello più alto e di conseguenza maggior esperienza ed oggetti più matti. Poi c’è anche il Labyrinth of Chaos, e cioè tutto ciò che non dovrebbe mai mancare per nessun motivo al mondo in un rpg/ action rpg che si rispetti: 99 piani di schiaffi casuali con difficoltà crescente. Aggiungiamoci il level cap dei personaggi, che è stato recentemente aumentato a 255, e capirete perchè a mio avviso è così difficile smettere di giocarci.
Di difetti ne ha pochi, forse poca varietà di mob e di situazioni, forse potrebbero aggiungere qualche dungeon in più o qualche classe nuova ma boh… manco per forza. E poi sembra che non siano escluse patch future, quindi staremo a vedere. In conclusione consiglio questo gioco a tutti quelli che hanno un minimo di dimestichezza col genere “gioco di ruolo” (e no regà, non Bioshock) e ai quali piace menare le mani. Se vi piace vedere i numeretti sullo schermo, se vi piace equippare oggetti magici con bonus sulla Forza, se vi piace castare, aggrare, ressare, oneshottare, invece potete buttare la wii (o comprarla e poi buttarla) perchè avete trovato il party game definitivo.