Gioca Giuè

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Allora, Transistor è un bel gioco. Fine recensione. 8 su 10. Bella regà, scatta la tedesca. E’ un bel gioco, c’ha le robe disegnate bene. Spalletta azzera.

E queste due righe potrebbero DAVVERO rappresentare una recensione per Transistor. Titolo dei creatori di Bastion, disponibile per Ps4 e quasi sicuro pure su Steam. Ora, Transistor ha delle qualità ineluttabili. Qualità per le quali ringrazi l’Iddio dei videoggiochi per inventare ancora titoli con tali pregi. Intanto ha uno stile grafico che spacca tutto, incredibilmente originale e appagante da vedere. Sia il design dei personaggi che quello degli ambienti. Sonoro, altra perla.

E poi c’è la punta di diamante: il sistema di combattimento. Un sistema che potrebbe fa rosicà Parasite Eve (il primo, non quella busta del secondo) e anche un po’ Vagrant Story. Praticamente basato su una AT Bar che, quando carica, concede di “freezare” il tempo, pianificare le proprie prossime mosse, e poi eseguirle tutte di seguito. Idea semplice ma dalle applicazioni infinite. Aggiungici un boato di abilità da mixare, abbinare e provare all’interno di combo in combattimento. Un sistema di combattimento spiazzante per quanto è allo stesso tempo complesso e immediato.

Ma Transistor è come quel compagno intelligente delle medie che non faceva un cazzo e prendeva tutti 10 perchè era intelligente. E’ come quella tua compagna delle superiori che non te l’hai MAI data perchè era una fica allucinante e poteva permettersi di comportarsi da stronza.

Transistor nega al giocatore l’unica gioia.

La gioia di giocare tanto e in maniera soddisfacente.

Partiamo dalla longevità.

Regà qui si tratta di massimo 5 ore di gioco. Io non mi sono mai lamentato della longevità eh, è come dire che un libro è brutto perchè è corto. Ma cristo, ma ho cominciato a giocare da due ore e già c’è il plot twist centrale. Poi sto gran plot, come fai a dire qualcosa di profondo (come si prefigge il gioco) in così poco tempo?

Questa povertà si riflette anche nella struttura stessa del titolo. Lineare come pochi, monotono come pochissimi. La struttura è COMPLETAMENTE basata su una serie di incontri di nemici da sfunnare in combattimento. Ma non sto esagerando eh.

Entra nel posto, incontra nemici, passa alla piazza dopo, incontro, passa alla strada dopo, incontro, passa al prossimo cristo di vicolo e spacca altri nemici. La cosa più complessa che mi sono trovato a fare in assoluto è stato premere due interruttori sulla cima di due torri.

In tutto il gioco.

Poi ti prendono anche per il culo e ogni tot puoi entrare in una porta che ti conduce in una piccola baia nella quale puoi fare delle prove di abilità (basate sempre su sto cazzo di sistema di combattimento). Ma niente di che. Roba che in confronto Bastion era Skyrim Daggerfall.

PEM!!!
PEM!!!

Avendo apprezzato tutto sommato il gioco, ma provando questo senso di castrazione tramite spada di fuoco durante tutta la durata del suddetto, sono andato a spizzare dei forum, all’interno dei quali si discuteva del giudizio su scala universale, appunto, di questo titolo. Spesso si faceva riferimento all’espressione “poor of content”. E credo che sia veramente l’espressione più corretta da usare. Povero di contenuti.

Leggevo anche di gente che diceva “NON COMPRATE WATCHDOGS, COMPRATE TRANSISTOR CHE E’ MEGLIO”. A parte che ovviamente, ma che cazzo di paragoni fate? Ma dico io, brutti mentecatti, come può Transistor risultare più interessante da giocare di un titolo come Watchdogs? Watchdogs ti conferisce almeno la sensazione di star compiendo più di un breve viaggio da un punto A ad un punto Z inframezzato da combattimenti. Si anche se la grafica ve l’aspettavate più bella. E’ amaro da dire, ma Watchdogs è molto più un videogame di Transistor.

Cosa ancora più amara: la grafica di Transistor è 10kmila volte meglio di quella di WatchDogs !
Cosa ancora più amara: la grafica di Transistor è 10kmila volte meglio di quella di WatchDogs !

E mi viene il dubbio che siamo arrivati al punto in cui per fare un videogame basta un buon design ed una bella idea. Non credo sia tutto ciò che basta per fare un gioco.

Ora, sul serio, i recenti progressi dell’industria dell’indie gaming (all’interno finalmente anche delle maggiori piattaforme) sono stati sicuramente una mano santa per i nostri joypad, e nessuno ringrazierà mai abbastanza per titoli come Braid. Ma sarebbe stato veramente fantastico se in Transistor ci fosse stata la possibilità di coniugare maggiormente intuizioni geniali, come il sistema di combattimento, e più in generale l’estro artistico con una struttura più solida, ambienti più vari, più cose da fare, proprio concretamente parlando.

Ci sono due pulsanti nel gioco utilizzati rispettivamente per cantare e per “saltare”. Non servono a nulla. In nessun caso. Mai.

VOTO: AMARINO MALLO

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