Gioca Giuè

Il blog di videogiuochi che non stavate aspettando altro

Il razzismo e l’inciviltà contenuti in questa recensione raggiungono livelli mai visti prima su siti dedicati ai videogiochi. Continuate nella lettura solo se siete smaliziati o avete votato Lega.

*** INTRO ***

L’Italia è un Paese diviso, rimasto all’epoca dei Comuni. E questo è molto male, perché io già schifo quelli di Ostia essendo di purissima razza ostiense (Ostia Antica) e non lidense come quegli zozzoni. Figuriamoci cosa posso pensare dei napolecani o dei terroni che vanno a vivere a torino per tifare la juve e fare pompini agli agnelli. O di quei merdoni che nascono nella nebbia o nella neve (CRISTO CHE SCHIFO LA NEVE MA COME FATE). Hitler ha invaso la Polonia per molto meno.

e poi I NEGRI, I NEGRI DAPPERTUTTO

E io questo disagio non lo posso manifestare, no, devo restarmene chiuso coi mostri nella testa a piangere in cucina, bevendo peroni rotte da 66cl mentre fuori piove sangue e il paese muore. Perché se vado allo stadio e faccio i cori, I CORI SANTO DIO, mi dicono “eh questa è discriminazione territoriale mi dispiace ti squalifichiamo il seggiolino e non puoi più stare lì” e allora io sbrocco e dico VAFFANCULO DJ KIMCHI VAFFANCULO HONG KONG DISCRIMINATE STOCAZZO VAFFANCULO ZAMBOS TU E LA SVIZZERA VAFFANCULO COPONS TU E IL MOLISE TERRA DI MOLISANI
adesso non posso più scrivere dal lavoro sta venendo la digos a mettermi i sigilli alla sedia con le rotelle

Questo per dire che il più grande pregio di South Park: the Stick of Truth è la sensazione di libertà, di appagamento sensoriale che trasmette al giocatore frustrato dal meticciato (VOI CANTATE GLI SKA-P)

E I FROCI, FROCI DAPPERTUTTO

Matt Stone (capito? questo c’ha la roccia già nel nome) e Trey Parker hanno di fatto sdoganato l’odio mostrando con irriverenza quanto siamo diversi e che la diversità è una merda e che il mondo è pieno di coglioni.
E i coglioni sono bianchi, negri, gialli, messicani, italiani, froci, ebrei, handicappati, mormoni, laziali, alieni, arabi. E noi come rispondiamo?

FORZA ROMA, ITALIA MERDA

*** THE GAME ***

la storia: due fazioni, umani contro elfi oscuri. Tu sei Coglionazzo e sei appena arrivato a South Park.

il gioco: un gdr pew pew con alcune caratteristiche action nel senso che devi premere al momento giusto per fare un colpo più potente o schivare un attacco nemico, tipo Mario e Luigi Partners in time, hai capito no? Ci stanno le magie e le abilità che sono quasi la stessa cosa. Gli oggetti da usare PRIMA dell’attacco, CAPITO? PRIMA PER DIO
Il party è generalmente composto da te, Coglionazzo, e un amichetto a scelta con diversi poteri più o meno utili a seconda del caso.
Gli scontri sono piuttosto dinamici e non annoiano, oltretutto la componente randomica è di fatto insignificante e anche evitabile. Ma tanto sarete troppo forti per tutti, boss compresi.
L’inventario è una merda, quello sì, non si capisce un cazzo di niente.
I dialoghi sono mediamente di alto livello, con alcune perle che vi faranno esplodere fragorosamente (a meno che non siate ritardati sul serio). Non ne spoilererò manco uno, perché sono magnanimo.
Il gioco è in inglese, sub in italiano. Se riuscite a capire come sostituirli con quelli inglesi fatemelo sapere e vi cito nella prossima recensione. Promesso.
La durata: quindici/sedici ore facendo anche le quest secondarie, a livello “normale”. Però è facile sul serio, io vi avverto. Rigiocabilità: non lo so, io di solito non rigioco mai niente ma questo lo farò perché voglio vedere le altre follie che si sono inventati.

NOI NON SIAMO NA-PO-LE-TA-NI!

Quello che mi ha insegnato South Park (la serie) è che se voglio essere libero di dire quello che penso devo disegnare un bambino ciccione e farlo parlare per conto mio.
Quello che mi ha insegnato South Park (il gioco) è che, non importa quello che accade, non bisogna MAI scureggiare sulle palle di qualcuno. MAI.

*** OUTRO ***

South Park: the Stick of Truth è, semplicemente, il migliore tie-in della storia.
Per omaggiare i creatori della serie e quelli di Obsidian, siete tutti invitati dalla prossima partita di serie A a cantare “LA FIGLIA DI BALOTELLI È NAPOLETANA”, creando un corto circuito nelle menti benpensanti e facendole esplodere in mirabolanti fuochi d’artificio grandguignoleschi.
Vi regalo anche un hashtag da far diventare trending topic: #lafigliadibalotelliènapoletana.

Ciao,
PipBoy


Il proprietario del blog e gli autori degli articoli dichiarano di non essere responsabili per i commenti inseriti dai lettori che saranno i soli responsabili delle proprie dichiarazioni, secondo le leggi vigenti in Italia. Eventuali commenti, lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze, non sono da attribuirsi agli autori, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata.