Quando ho letto la recensione fighissima di Hotline Miami dettata da Pikkiomania e digitalmente vergata dal suo servo Zamjatin ho pensato sostanzialmente a due cose: “madonna che sborata” e “accipicchia devo scrivere una recensione su dreamweb”; sono sicuro che possiate concordare al 100% con entrambe le affermazioni.
E insomma, eccoci qua per quello che è il primo articolo della nuova rubrica “giochi che ci hanno quasi vent’anni e forse non sono stati cacati sufficientemente”. Parliamo infatti di un videogiuoco che ha sul groppone quasi 19 anni (era il 1994, iniziavo il liceo, apprendevo i primi rudimenti di Magic e avevo più panza di adesso) ma se li porta benissimo se considerate che se li portava male già al tempo. Ma non male perché fosse brutto, quanto per scelte stilistiche oggettivamente folli che però a me mi intrippavano un sacco tanto da segnare in maniera inequivocabile i miei (scarsi) futuri lavori di uebdesainer, ovvero: dreamweb è un gioco di inutili occhiali da sole ma anche di iframe.
Ryan è il protagonista di un’avventura psicotica ambientata in un mondo saibberpanc a la blade runner, che piove sempre (infatti dreamweb è stato nominato “gioco di pioggia 1994”, uno dei numerosi e prestigiosi premi ricevuti dalla critica) e bisogna andare da una parte all’altra della città a fare pim pum e sdighete sdaghete.
Ryan c’ha la gastrite ma continua a mangiare pesante, così la notte fa sempre brutti sogni in cui gente incappucciata gli dice UCCIDI TUTTI I NEGRI e lui ci pensa un po’ su e poi accetta. Solo che il dio del suo mondo ha deciso che per farcelo guidare dobbiamo usare una schermata user uber unfriendly (U3 ®) in cui il 30% dello schermo è occupato dal profilo della sua figura, voi direte a che pro? e io vi rispondo così potete vedere se vi siete ricordati di mettere gli occhiali da sole anche se è sempre buio e piove merda. Un altro 20% circa è occupato da una barra in alto dove ti scrivono dove cazzo sei, visto che le ambientazioni sono limitate nell’iframe centrale e oltre a essere microscopiche per complicare il tutto la vista è pure in stile kickoff. Ma Dino Dini c’aveva un rettangolo verde e qui ci sono un sacco di dettagli che si perderebbero, se non avessero inserito la fantastica funzione LENTE D’INGRANDIMENTO: non tutti sanno che per questo dreamweb è stato anche il primo gioco in pixel art. PREDESTINATO!
E insomma giri la città, fai cose, vedi gente e secchi pupazzetti in modi piuttosto variegati per l’epoca, tipo accettandoli in mezzo allo sterno o facendogli esplodere la testa con pistole più o meno al plasma. Il tutto condito da questa atmosfera ciberpunc e scene di sesso e sodomia e nani con le calze a rete1, mentre quelli del KKK ti indicano la prossima vittima e la tua ragazza si fa la doccia per levarsi odori seminali e tu manco te la scopi più e quindi ti rode il culo e SBRAAAANG spari in faccia alla gente e ricordate che eravamo nel 94 mica al giorno d’oggi che si può fare tranquillamente finendo a parlarne dalle vespe o in qualche grandefratello destocazzo.
L’unica fregatura è che in un giorno si finisce e allora si potrebbe rosicare, ma voi non dovete temere perché il buon Pikkio mi ha fatto notare che manco un mese fa è diventato freeware per essere giocato su ScummVM (http://www.scummvm.org/downloads/?p=downloads) e quindi ve lo accattate e mi fate il piacere di giocarci.
Ci sarebbe anche da descrivere quanto fosse fica la confezione con il diario dello psicopatico e babbo natale che scatena i cuccioli della guerra e altri deliri tipo le canzoni dei Swans ma alla fine ciò che conta è l’esperienza videoludica perché noi le cose le facciamo per giuoco e non per lavoro e soprattutto la scatola la trovate col cazzo ormai.
Il mio voto era ed è pi^pi [in scala famitsu, ndP], ma al tempo che fu: 70
- non sono sicuro dei miei ricordi al 100% [↩]