Qualche giorno fa io e Pikkio stavamo discettando di videogiochi e musica, tanto per cambiare. Dopo un po’ di chiacchiere su Lisa: The Painful, Undertale e il ritorno dei Gorillaz, Marco se ne esce con un link misterioso, e aggiunge: “Guarda sto gioco di ruolo qui”.
Incuriosito clicco il collegamento senza pensarci troppo, e mi ritrovo catapultato in un luogo strano, un regno bidimensionale su sfondo nero da cui fanno capolino inquietanti figure e gif sospette. Confuso, disorientato e quasi inquietato dalle immagini (a un primo sguardo simboli dal significato oscuro collocati sulla pagina senza seguire un filo logico) vado subito a controllare l’url… http://www.amilazzo.it/milazzo_pagina_di_scelta_di_wwwamilazzoit.html
Cancello la seconda parte del link ed arrivo alla pagina principale del sito: i miei occhi vengono aggrediti nuovamente, tipo la signora Rina attaccata dai gabbiani, ma finalmente riesco a comprendere meglio l’opera che mi sta portando ai confini della sindrome di Stendhal.
Quello che ho davanti è ben più di un sito, è un capolavoro interattivo erede dei migliori titoli Myst-like. Questo perché dietro la facciata da portale per la scoperta delle meraviglie di Milazzo si nasconde un’avventura grafica a base di esplorazione tra schermate “statiche”, proprio come nel classico di Cyan.
Uno degli aspetti più interessanti del sito è che per trovare informazioni sul progetto si è costretti ad una meta-navigazione di pagina in pagina: si scopre così che è tutto opera di un solo autore, di una singola mente, e che mente! … Anzi, Clemente (Aldo)! Il signore milazzese in questione ha concepito un’opera la cui caratteristica principale è ben sintetizzata in queste poche parole che, per non rovinarvi il piacere della scoperta, non vi diremo dove stanno: “Questo sito web E’ INNOVATIVO, come tale non contiene “Menù” per procedere alla navigazione. La stessa è possibile grazie all’uso di links di concatenazione o collegamenti. Rispetto alla precedente, questa nuova versione è rinnovata nella grafica e nei contenuti”. Quanto vorrei vedere la versione precedente.
…
Ecco fatto, per fortuna risulta in parte archiviata grazie a Wayback Machine! Se volete togliervi lo sfizio: https://web.archive.org/web/20110111152024/http://www.amilazzo.it/
E mi raccomando, clikkate sulle foto e guardatele, ché “altrimenti Lui si arrabbia”.
Tornando alla nuova versione, possiamo dire che tutta l’esperienza di esplorazione del sito ruota attorno a questa mancanza di un “menù” tradizionale, quindi scordatevi di mangiar- ehr, di navigare comodamente: per apprezzare la monumentale opera nella sua magnificenza grafica è spesso necessario tornare sui propri passi alla ricerca di nuove strade e in generale sorbirsi molto “backtracking”, ma fa tutto parte dello spirito classicista con cui il Clemente ha deciso di approcciarsi alla realizzazione della sua avventura (wow!!!!).
Dove il titolo si discosta dalla tradizione è nella tipologia di avventura proposta: non c’è un percorso predeterminato lungo il quale avanzare risolvendo enigmi, ma semplicemente un ambiente digitale enigmatico da scandagliare anche negli anfratti più nascosti, senza una conclusione, come dire, “definitiva” da raggiungere. Siamo dunque al cospetto di una vera e propria “opera aperta”, un ipertesto nel quale al giocatore spetta il compito di farsi strada tra foto di una Milazzo scomposta e ricomposta in visioni distorte, allucinate e allucinanti.
L’utente è lasciato a se stesso, e passando di schermata in schermata è libero di costruire una propria versione dei fatti. Ogni ipotesi è valida: che in realtà sia tutto frutto del lavoro di un web designer mancato (per fortuna?)? Probabile. Che si tratti di un blog inutile per scoprire Milazzo, ché tanto c’è già l’app ufficiale “milazzo“? Anche questo può essere! Oppure è solo un modo per Il.Cle (nome d’arte dell’autore) di mostrare fotomontaggi-collage pieni di watermark e inconsapevolmente dadaisti? Perché no, ma gli indizi portano altrove, e un’altra teoria sembra divenire allora più plausibile…
La natura videoludica non dichiarata del sito è riscontrabile in tanti piccoli dettagli, troppi per passare inosservati davanti ad occhi attenti e smaliziati: la presenza di un manuale di istruzioni all’interno del sito, la necessità di fermarsi con il mouse su icone talvolta invisibili (sic!) per leggere commenti ed istruzioni celate alla vista, i collegamenti minuscoli nascosti in punti improbabili per mettere alla prova lo spirito d’osservazione dei giocatori, ecco questi sono tutti elementi che dimostrano quanto sotto sotto la questione sia più complessa del previsto.
In preda alla follia [credetemi, anche voi sareste andati giù di testa al posto mio! Chi è che si mette a recensire un sito web inutilizzabile?? n.d.illud], ho cercato di ricostruire la narrazione che fa da sfondo alle peripezie ipertestuali nella Milazzo virtuale.
Secondo la mia teoria, il gioco è ambientato in una Milazzo post-apocalittica, Anno Domini 2100equalcosa, subito dopo un’inondazione senza precedenti che ha sommerso la città, lasciando pochi superstiti in uno scenario completamente distrutto. La devastazione grafica del sito sarebbe dunque nient’altro che il simbolo di una devastazione epocale nella storia dell’uomo (o almeno dell’uomo milazzese), abbattutasi sulla tranquilla popolazione sicula per l’incuria di una gestione sicuramente in mano a qualche erede alla lontana di Crocetta (che, ricordiamolo, fa rima con ricetta!).
A chi naviga , spaesato e allibito, sulle scure acque del sito, non resta che fare i conti con la desolazione lasciata da un’estinzione di massa, in cui l’unica forma di contatto “umano” rimane la possibilità di inviare un feedback all’autore, un voto su Net-Parade (motore di ricerca per siti AFFIDABILISSIMI E SICURI!) o di scrivere un articolo per vederlo pubblicato, forse, sul blog ufficiale (vi risparmio la fatica, il link è questo: http://www.amilazzo.it/blog/index.php). Che poi, diciamocelo, leggendo gli scritti dell’esimio Aldo Clemente si capisce subito come l’umanità sia potuta andare incontro all’estinzione di massa… In realtà per quello basta guardare la prima pagina del sito, eh.
“L’auspicio è che, al di la delle posizioni e appartenenze politiche, [si] possa, superati con successo cicloni e trombe d’aria, pervenire ad ammirevoli e auspicati risultati, per il progresso e sviluppo di questa amata, povera Terra”
(Aldo Clemente)