Gioca Giuè

Il blog di videogiuochi che non stavate aspettando altro

Ritornando a casa, batti la moglie. Tu non sai perché, ma lo sa lei. (Ipponatte)

Abbiamo scoperto come i personaggi di Secret of Mana facevano furry sex già nel 1993, ma prima, nei remoti anni ’80, come si riproducevano i videogiochi?
A chi risponde, sicuro di sé, che l’origine di tutto risale al 1981, è bene ricordare che da reperti ritrovati di recente e da studi di antropologia videoludica (condotti da prestigiose università) è emerso che le teorie riguardanti “miss pacman – she swallows” erano solamente speculazioni da parte di qualche nerd frustrato: Ms. Pacman non ingoiava proprio nulla, se non le pilloline e non è provato a tutt’oggi che fossero contraccettivi post-coito.

Ms. Pacman scagionata!

Chiuso il capitolo Pacman, il primo documento che riporta una scena di sesso orale all’interno di un videogioco risale al 1984, con Kung-fu Master e lo riportiamo qui di seguito nella versione NES:

PARENTAL ADVISORY

PARENTAL ADVISORY

Come si può notare dall’immagine, uno dei nemici del giovane maestro Thomas costringe Silvia, la ragazza rapita, ad un rapporto non consenziente, pretesto narrativo che sarà alla base, successivamente, anche di Double Dragon e Final Fight. Naturalmente quella rappresentazione del sesso così deprecabile, cruda e realistica

(PARENTAL ADVISORY

PARENTAL ADVISORY)

scatenò feroci e durature polemiche da parte delle Associazioni Genitori che costrinsero molte case di produzione a limitare i contenuti scabrosi all’interno dei loro lavori. Fu così che giochi come Flashgal (1985) sparirono dalla circolazione e vennero presto dimenticati e altri come Super Mario Bros (1985), Bubble Bobble (1986) e soprattutto Arkanoid (1986) vennero pesantemente censurati e messi sul mercato con il bollino “per tutti”.

A sinistra il finale censurato, a destra quello originale.

Si dovrà attendere il 1987, quando la Taito, raggiunto un accordo con gli organi di censura grazie all’intervento di un sindacato femminista che portava avanti una campagna contro le figure stereotipate di donne all’interno dei videogiochi,  diede il via libera ai programmatori di Double Dragon che così poterono cominciare a creare dei pixel a forma di PROSTITUTE.

“SCIAFF! SCIAFF!”

Le prostitute furono l’uovo di colombo: da un lato permettevano di mantenere la necessaria patina di maschilismo (quando non misoginia) che consentiva ai players più duri di salvare le apparenze e giustificavano pienamente la monetina che s’inseriva nei cabinati; dall’altro lato le prostitute menavano come fabbri e non erano più solo docili donzelle in pericolo. Anzi, alcune erano proprio stronze.
Con gli anni queste femmine mitologiche autosufficienti di cui tutti abbiamo sentito parlare nelle leggende e nel dolce stil novo, invasero tutti i beat ‘em up più conosciuti e molto spesso si rivelavano i nemici più insidiosi e odiati, ma per questo degni di rispetto.

-FINAL FIGHT e le sue odiosissime Roxy e Poison che quando riuscivi a sopravvivere ad una carica di Andore, ci pensavano loro a farti buttar dentro altre 500 lire con quei merdosissimi tacchi a spillo.

STREETS OF RAGE 2 alla cui base c’era uno dei più grandi equivoci della storia dei videogames: la trama voleva farci *ahahhaa* credere che Blaze fosse *ahahahaa* un’agente di polizia *pffff*. Ma dico io.

GOLDEN AXE, sul quale, una volta appurata la relazione omosessuale tra Ax e Gillius, la SEGA non fu mai in grado di dare una spiegazione pudica plausibile su cosa venisse a fare il nano blu col sacco, di notte.

VENDETTA e la sua legge secondo cui a gioco cafone corrisponde il bestiario più cafone possibile (in perenne lotta con Cadillac & Dinosaurs) non aveva proprio bisogno di giustificare niente, come fa ben capire la signora.

Purtroppo, come fu per gli anni ’60, quest’era dorata in cui gli sprite potevano decidere di amarsi liberamente lasciando il giocatore voyeur a fantasticare, non potè durare per tutta una serie di motivi:

1-il sindacato dei Papponi e quello dei Conservatori si unirono in un’alleanza che stigmatizzò quella figura di donna forte che menava i protagonisti machi e fecero pressioni per riportare la prostituta al ruolo di donna che fa sesso per soldi e basta (come sarà nei giochi di nuova generazione GTA, Fallout, Yakuza, Heavy Rain) o la trasformarono in un oggetto sessuale poligonale e realistico (Lara Croft, Jill Valentine in minigonna) con un ruolo da protagonista che dava la parvenza di essere in un’epoca in cui i diritti venivano rispettati.

Giorni di un futuro passato

2- i fallici JOYSTICK che furono in grado di introdurre un’intera generazione di giovani maschi alle meccaniche del sesso, vennero rimpiazzati da neutrali ed eunuchi pad, simbolo principe di una spersonalizzazione programmatica atta a distruggere le libertà del mezzo “videogioco” fin dalle fondamenta.

Smanettare!

3- in una causa che durò quasi un decennio, venne provato come il boss finale di Final Fight urtasse la sensibilità delle comunità bigotte che non concepivano la rappresentazione di sesso con disabili in un gioco destinato ai minori.

“M-ma! Jessica!”

4- infine, la Tradewest tirò troppo la corda nel raccogliere l’eredità di Double Dragon dalla Taito e come protesta contro tutto questo moralismo creò, come sub boss finale del quinto capitolo, il personaggio di una SUPER PROSTITUTA:

Che donnone!

Ci furono molte vittime, i maschietti si spaventarono a morte ed entrarono in analisi e la stampa conservatrice ebbe vita facile nel demolire lo stile libertino e provocatore dei programmatori dell’epoca. A quel punto molti compresero che s’era andati troppo oltre nell’escalation della battaglia dei sessi.

Era tutto finito. Di lì a poco i giochi avrebbero cominciato a fare a gara per chi aveva i contenuti più maturi-stereotipati, realistici-stereotipati e complessi-stereotipati e i videogiocatori si sarebbero esaltati per mere ipotesi di sesso (Xenogears) o se di mezzo c’era l’amore, per le psicologie forti e per altre puttanate del genere (Final Fantasy, Metal Gear Solid).
L’amore nei videogiochi non era più liberamente associato alle mazzate come nella realtà, ma stava diventando una cosa complicata come nei romanzi Harmony.

Presto! Dov’è il mio joystick?!
“eheh!”

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