
Si, avete letto bene, e queste sono solo due delle incredibili e tantalizzanti taglines che si potevano trovare ogni mese sulla rivista Special Program e sulla sua cuginetta Special Playgames. Si era suppergiù verso la metà degli anni ’80, il Commodore 64 era IL computer per giocare (poche storie, alla faccia delle diatribe Spectrum vs. Commodore o thrash vs. glam) ed erano i giorni delle partite collettive dopo scuola a casa di qualcuno, mentre la mamma portava in camera la Fanta e i panini con la Nutella (o salame e ciccioli, se andavi dall’amico in campagna) e a turno ci si alternava, con le manine unte, davanti al televisore con il fido Albatros (microswitch a manetta) in mano. Ogni tanto si litigava pure, perchè la regola era quella di fare una partita a testa ma capitava sovente la c.d. “partita soffritta” (il nome deriva da quello di un nostro compagno di classe che era super imbalzato, tanto che è stato persino portato dal dottore perchè – testuali parole – “cadeva sempre”) ovvero “partita di merda” per i non anglofoni, quando tipo si perdeva una vita nei primi dieci secondi o cose così. Insomma il giudizio se la partita fosse valida o meno era a discrezione del consiglio dei giocatori del pomeriggio e questo dava luogo a scazzi e ripicche fino a giungere, nel peggiore dei casi, all’impedimento fisico. Insomma, dopo le prime esperienze di pratiche onanistiche, il gioco-col-compiuter era il top.

Duiurimember? Si tu, lettore di giocagiuè, ti ricordi di questa cassetta? Questa cosa qua sopra è o non è la madeleine proustiana del videogioco? Ecco qua il preziosissimo allegato delle riviste – pezzi di carta colorata il cui unico motivo di interesse era quello di vedere se il joystick andava collegato in porta 1 o in porta 2 – che ogni mese facevano capolino sugli scaffali delle edicole italiane, e il giorno che uscivano era un giubileo, alla stregua di un fattone che ha appena trovato la dose l’unica cosa da fare era quella di andare a casa e ficcare il prezioso oggetto nel registratore, col lato arancione rivolto verso l’alto (si perchè il blu era per lo Spectrum bleah) sperando di non dover impazzire a tarare l’azimut col cacciavitino. Ma di solito le Special Program e Special Playgames si caricavano senza troppi problemi, le righe colorate scorrevano senza sosta sullo schermo e dopo i soliti 5,10 o 15 (ma anche più) minuti ecco comparire sullo schermo della TV il giuoco in tutto il suo splendore.

Ah, sul numero estivo c’erano anche i supergadget, come questa maglietta qui sopra (credo che venga ancora utilizzata da mia mamma come straccio) o quella con Indiana Jones tarocco di Special Playgames. Insomma, di solito funzionava che si leggeva Zzap!, si cominciava a sbavare su qualche gioco caldo o medaglia d’oro, e puntuale come la morte arrivava Special
Program con la sua manciata di giochi a colmare qualche lacuna. Non sempre, però spesso si: peccato che dopo sia arrivato il SEUCK: Shoot’em Up Construction Kit e la metà dei giuochi fossero realizzati con quello, ma questa è un’altra storia. E qui si arriva al nocciolo, al core della questione, in cui i tipi che facevano queste cassettine dovevano sfoggiare dosi massicce di creatività per aggirare i problemi di copyright – ricordiamolo, era ancora il periodo pre-Twilight in cui nei negozi ti copiavano i giochi originali senza battere ciglio – cambiando nome e immagine di presentazione e aggiungendo un paio di righe di presentazione che rileggendole adesso fanno persino tenerezza, oltre a suscitare ilarità. E allora via con le minimali “La nostra missione è di quelle impossibili: occorre salvare più soldati possibili. Ogni volo ne porta 16 e bisogna anche sparare.” per Elicotteri ovvero Choplifter, o “Il clima è quello magico delle Guerre stellari. Anche qui l’astronave si infila in un cunicolo di morte. Tre fantastiche dimensioni.” che presenta L’Impero ovvero Mothership o ancora “Il vecchio Burger Time ha fatto scuola: Baldo deve correre in cucina dandosi da fare con il pepe e gli altri ingredienti.” di Hamburger (Burger Time), e le (anche grammaticalmente) fantasiose “Durante il suo peregrinare in cerca di sempre più emozionanti avventure il nostro audace amico si è trovato alla porta di un antico maniero dal quale esala uno strano avvertimento: stai lontanoooo. Ma lo spericolato giovanotto non ha ascoltato questo presentimento e si è avventurato ugualmente all’interno della dimora. Ecco però che una volta entrato, il portone gli si è richiuso alle spalle, senza più muoversi. A questo punto dovrai aiutarlo a girare per i vari bui corridoi e Iper le segrete alla ricerca del modo di fuggire. Durante il tuo cammino farai incontri di ogni genere come fantasmi, mostri, persino la mummia. Potrai difenderti da queste strane e pericolose creature usando i trabocchetti, celati dietro le porte, il tuo fucile a proiettili d’argento o utilizzando le macchine lancia-saette, dopo averne studiato il modo di funzionamento. Ricordati inoltre che sparsi dappertutto si trovano dei teletrasportatori che ti serviranno per spostare cose o persone. Non desistere perchè alla fine riuscirai a trovare il modo di uscire dall’infernale maniero.” (Doors/The Castles of Dr. Creep) o “A causa di uno sfortunatoIncidente hai perduto la memoria ed ora ti trovi nella condizione di dover acquisire daccapo tutto il tuo bagaglio culturale. Dovrai quindi girare il mondo alla ricerca di quelle nozioni che hai dimenticato e di quelle persone che ti sono care e che ti aiuteranno nella ricerca del tuo , passato. Ricordati che potrai scegliere se impersonare un uomo od una donna e per cambiare il personaggio dovrai spingere la barra della joystick verso l’alto. Per cambiare direzione dovrai invece, senza spostare la joystick, premere il fuoco e scegliere quindi il senso di rmarcia. Buona fortuna nella ricerca della tua eredità perduta.”(Days/The Inheritance). E si potrebbe andare avanti ad libitum, perchè qua ci si trova veramente davanti a piccole gemme che rischiano di andare perdute, l’invito (caldo caldo) è quello di fare un giro su questa pagina e gustarvele con calma, una per una, assaporando il momento e soffermandosi a contemplare le immagini di presentazione che sono decisamente all’altezza della situazione. E allora viva i vari C.L.Crunch (quello che si prendeva il merito di programmare tutte queste meraviglie) o l’artista Gil (l’artista della situazione), e chissà dove saranno adesso, probabilmente su una qualche isola tropicale con un Martini in una mano e l’altra intenta a ravanare dentro al reggiseno di qualche esotica fanciulla…