ndZambos: ‘sta cosa l’ho scritta tipo in agosto, poi è rimasta nel dimenticatoio e non è più stata pubblicata perché – inserire scusa a piacere- Oggi torna utile visto che devo far numero, quindi vi beccate l’ennesima classifica che parla di titoli di cui tutti hanno già parlato meglio.
Ma anche “maturità, t’avessi preso prima”, come avrebbe dovuto intitolarsi veramente l’articolo, con tanto di foto di Guzzanti che imita Antonello e tante altre cose divertenti. Non la Maturità come titolo di studio, che c’ho giusto le medie e a 36 anni hai voglia a recuperare (le serali sono improponibili, visto che su Sky c’è sempre qualcosa di interessante). Intendevo più la maturità come te la spiega Wikipedia:
La maturità è la proprietà di un organismo o di un evento dell’aver raggiunto nel tempo giusto il compimento del proprio essere.
- Maturità – stadio dello sviluppo umano, dal punto di vista biologico, sociale e culturale
Stando alla descrizione dovrei aver raggiunto un nuovo stadio di sviluppo sociale, in qualità di essere umano; nonostante quanto detto fino ad ora potrebbe portare a pensarlo, non parlerò del fatto di aver accannato la 360 in favore di PS4 e WiiU, anche se questa scelta potrebbe veramente rientrare nel concetto di “evoluzione sociale”. L’idea di questo pezzo nasce dal fatto che ho comprato casa e sono entrato nel pericoloso vortice dell’arredomania:
Rispettando comunque la prassi che vuole GiocaGiuè letto solo dai suoi blasonati autori, mi sono subito ricordato dell’eccellente articolo di Te Sbundle, quindi ho dovuto optare per un titolo alternativo ma ugualmente evocativo.
Il mio nuovo status di proprietario terriero ha portato con se conseguenze tragiche, fra le quali la dolorosa scelta di liberarsi di tutta la collezione di giochi per Xbox accumulata in anni di acquisti deputati a proteggere la mia verginità, un po’ per fare spazio a nuove suppellettili Ikea, un po’ perché 2014/2015 biennio WiiU, quindi liberiamo le librerie Billy e creiamo il nuovo habitat ideale per la miriade di titoli Nintendo che stanno per arrivare!

Grazie al rip-off Svizzero di Subito.it e all’utile consiglio di includere, con ogni vendita, del cioccolato e un campanaccio, ho intrapreso la via dell’imprenditore con discreti successi. Trovandomi a salutare per sempre gran parte dei giochi giocati negli ultimi anni, ho quantomeno pensato di lasciare testimonianza del loro passaggio scrivendo, a cadenza regolare (AHAHAHAHAHAHA), micro-recensioni dei titoli venduti. Alle 2 righe 2 relative al gioco vero e proprio verranno affiancati commenti sul packaging, qualora si trattasse di una delle poche limited che ho scelto di acquistare, e un voto finale così strutturato:

Gioco da 8 o > (più della sufficienza);capolavoro senza tempo, capace che te lo trovi fra 10 anni nei saldi di Steam e "ma sì, spendiamoci un paio d'euri e giochiamolo di nuovo!"

Gioco da 7 o 6 (la sufficienza); non valeva il prezzo di un day-one quando uscì, ma ad una cifra barbonella o se te ne elemosinano una copia, perché no?

Gioco da 5 o < (meno della sufficienza); una di quelle cose che ti penti di aver fatto, nella vita (comprare il gioco, come stringere alleanze con Berlusconi)
Alan Wake Limited Collector’s Edition
Il gioco, nella sua versione “limitatissima”, veniva proposto all’interno di una speciale confezione a forma di libro che, fra le altre cose, conteneva a sua volta un libro. Ho sempre avuto il forte sospetto che la scelta volesse richiamare in qualche modo degli elementi di trama che forse mi son perso ma, se così fosse, avrei visto meglio il confezionamento all’interno di un’enorme riproduzione di una batteria Duracell, con all’interno una torcia elettrica.
Alan Wake è un gioco di NON sparare a finti zombie, che muoiono anche solo accendendo le luci; il fatto che sia ambientato in un posto retrogrado e refrattario alle nuove tecnologie, tipo il Tennesse, rende un po’ più complicato il tutto. Come anticipavo, basta portarsi dietro una bella torcia o un iPhone con la sua brava applicazione e tutto fila liscio.
Ovviamente voto brutto per una delle esclusive più sopravvalutate uscite su Xbox 360, ma fatevi un favore e guardatevi qualche video della parte giocata nei campi di grano (memorabile, pur non arrivando a giustificare l’acquisto di Alano Sveglio).
Skyrim Collector’s Edition
Sì, l’edizione col drago e sì, l’ho venduta; una delle edizioni da collezione più spettacolari che mi siano passate per le mani e una riproduzione che, differentemente dai pupazzoni di Halo o Gears (o dal casco! Dai cazzo, il casco era inguardabile!), meritava di essere esposta in casa.
Skyrim gioco nettamente sopra la sufficienza oltre a essere, con Oblivion e pochi altri, mio personalissimo motivo d’invidia verso l’utenza PC che, con le mod varie, ha potuto giocarselo e rigiocarselo nelle forme Hentai più disparate (sì, c’era anche quella cosa che le mod lo rendevano graficamente imponente ma, come già detto da un’altra parte, tette>>>>grafica).
Left4Dead
(uno e due, che tanto cambiava solo il numero di dita mozzate in copertina)
Versioni lisce e manco ho idea se abbiano mai rilasciato edizioni speciali per questi piccoli capolavori del multigiocatore dove collaborare, alla fine, è meno divertente che scappare abbandonando alle spalle i compagni.
Giocati nel periodo d’oro del Live mi hanno lasciato solo che ricordi positivi, proprio per l’impronta cazzara che era possibile dare alle partite. Sparare in faccia alla “witch” mentre qualcuno tentava di avvicinarsi di nascosto per ucciderla e sbloccare l’obiettivo, per poi guardare dalla distanza la morte tragica del compagno.
Resistere all’assedio degli zombie all’interno di una catapecchia per poi correre a prendere il motoscafo e, successivamente, tentare di rallentare la corsa dell’ultimo del gruppo scagliando di tutto, fino a riuscire a partire abbandonandolo su una riva invasa dagli zombie.
Insomma, tutte quelle simpatiche cose che rendono una giocata in cooperativa avvincente e che ti portano, ad anni di distanza, a chiederti perché non trovi mai nessuno disponibile per una partita online …
Al limite del voto buono, ne scrivo della versione 360; sapendo che il gioco lo si ha gratuitamente su Steam praticamente da sempre, mi girano le palle votarlo bene perché no, col cazzo che varrebbe i 70€ di un dayone gamestop. Anche a ‘sto giro la malefica utenza PC ha la meglio!
Voto PC: Voto Xbox 360:
Voto PS3:
Gears of War Limited Edition / Gears of War 2 Lancer Edition / Gears of War 3 Epic Edition

Devo ammetterlo, separarmi dalla replica del Lancer in scala 1/1, con tanto di suoni e lucine (a patto di risolvere l’incompatibilità con le batterie triplaA inserendo nel vano una moneta da 2 eurocents), è costato molto. Più all’acquirente che a me, ma è stato un’addio traumatico dato ad un oggetto di classe.
A questo aggiungiamo il fatto che ho ancora dei salvataggi di partite cooperative avviate con PipBoy, per ognuno dei 3 capitoli, e leggere della mia vendita so che stroncherà il suo cuore già trasandato. No, Luca, No! non potremmo mai più portare a termine le nostre mirabolanti avventure ambientate nel mondo degli steroidi, del machismo forzato e dell’omosessualità latente (lo sanno tutti che il matrimonio di Dom era solo una copertura – hahahaha, in un gioco di coperture, Yo Dawg! – ma non perdeva occasione per “parare il culo” a Marcus!).
Questa saga e nuova IP della passata generazione ha caratterizzato tutta la vita di Xbox e credo abbia apportato un cambiamento radicale nelle meccaniche di gioco; come dite, per via delle coperture già citate? No. Per il multiplayer dinamico ed accattivante? No, no. Per aver alzato l’asticella della tamarraggine concessa all’interno di un prodotto digitale? No, NoNoNo. In Gears of War, per la prima volta nella storia, le vittime sacrificali colpite da “morte accidentale da copione” non saranno i neri, ma i terroni. Un minuto di silenzio per Carmine e per tutta la sua famiglia, decimata dalla penna degli “autori” di GoW, before it was GoT.
Rayman Origins Limited Edition
La limited: “il falegname di Aspera per 3.000 lire la faceva meglio” [cit.]
Il gioco: la ragazza che ha poi confermato l’acquisto mi chiese un’opinione su Rayman, questo quello che le arrivò in risposta:
” Un platform in 2D come non si vedeva da tempo (al limite del “come non se ne sono mai visti”) che ti rapisce con la grafica colorata e paciocca, ti convince di poterci giocare con qualche livello base, poi ti tira un pugno nei reni e ti lascia rantolante a bestemmiare, rivelandosi il figlio più piccolo di Dark Souls, in quanto a difficoltà!”
Nient’altro da dire, solo un suggerimento per il futuro di Ubisoft: più Rayman Origins (equivalente di Jade Raymond nuda), meno Assassin’s Creed (equivalente di Copons nudo)
Dead Space / Dead Space 2: Edizione da Collezione / Dead Space 3 – Limited Edition

Dead Space, il survival horror che Capcom ancora si sta chiedendo “ma come cazzo hanno fatto? Perché i nostri nuovi Resident Evil non valgono neanche la metà di questo?”. Infatti è notizia fresca che fra poco venderanno baracca e burattini a forma di Ken e Ryu e si daranno alla produzione di costumi XXL per cosplayer taglie forti (brutta notizia, quella di Capcom che vende, situazione credo in gran parte generata da questo mio articolo).
Se è vero che, nello spazio, nessuno può sentirti urlare; i vicini di casa invece sì; non è quindi il caso di giocarsi Dead Space a notte fonda e con tutte le luci spente, se non vuoi incrociare sguardi sospetti il giorno dopo in ascensore.
L’edizione limitata di Dead Space 3 è un’inculata come il gioco finito, tipo di quelle che sembrano un’edizione standard ma dentro hanno i tagliandi per i DLC esclusivi per ottenere oggetti in-game “trendy, che a nessuno li rivendi”. La limited del primo era talmente limited che 500 copie ne hanno fatte e io non rientro fra i fortunati possessori. In quella del 2 ci trovavi un Plasma Cutter con LED funzionanti, a ricordare la fantastica avventura che avevi vissuto qualche tempo addietro, finendo il primo capitolo solo con quell’arma per ottenere l’obiettivo e far vedere quanto l’avevi grosso.
Voto DS1: Voto DS2:
Voto DS3:
(troppo online, la morte dei videogiochi)
Data che questa prima infornata di titoli mi fa uscire come un recensore di manica larga per i troppi presenti, nel prossimo articolo parlerò dei giochi veramente brutti che sono comunque riuscito a vendere; in attesa della prossima perla di giornalismo videoludico vi lascio con la cosa più WOW dell’E3 2014, nonché testimonianza dello strapotere Nintendo a confronto della concorrenza: