Gioca Giuè

Il blog di videogiuochi che non stavate aspettando altro

Collante sociale

Ok. Oggi è il primo compleanno di Gioca Giuè.
Almeno quello ufficiale, di quando abbiamo comprato il dominio definitivo, quindi quando siamo grandi. Poi da lì è andato tutto in discesa, siamo diventati ricchi sfondati, veniamo accettati anche nei club più cool d’Europa, Pikkiomania ha comprato un pc nuovo, Aspera ha comprato un 3DS e Kid Icarus una PSP, DJ Kimchi ci ha fatto diventare famosi a livello nazionale parlando del gioco più di merda mai creato in Italia, Zamjatin invece gioca a Angry Birds quando è in laboratorio a iniettare tumori agli uccelli. Gli altri non so esattamente ma sicuro stanno contando i quattrini che gli ha sortito la collaborazione con Gioca Giuè.
E insomma niente, per celebrare il nostro secondo primo compleanno non mi andava di fare la consueta lista di parole chiave burlesque.
Stavolta no, ho preferito scrivere un articolo riguardo le cose burlesque che accadono nei videogiochi e che odiamo e smadonniamo ogni volta però alla fine anch’esse contribuiscono a farci amare il tutto.
Ho chiesto consiglio all’amico Bluforce che mi è stato di prezioso aiuto, linkandomi un video degli uomini volanti di Red Dead Redemption.
Basta ciance, beccatevi l’articolo e stasera andate a festeggiare a botte di shottini di Centerbe.

Mondi di scatoli

Lo stato dell’arte della mimetizzazione

(Al maschile, perché i videogiochi sono cose da maschi e le femmine lasciamole a implorarci una partita a Puzzle Bobble quando siamo occupati a fare a merda nazionalsocialisti, communnisti e ovviamente scatoli.)
È dai tempi di Goof Troop per SNES che la mia vita di videogiocatore è oppressa da scatoli.
Spostare scatoli, impilare scatoli, esplodere scatoli, risolvere enigmi di scatoli.
Mondi di scatoli, pieni di cubi più o meno texturizzati, posizionati da menti perverse.
Gli scatoli. Lo ripeto così tanto per rendere bene l’idea di disagio nel trovarsi nel bel mezzo di un sacco di scatoli di dubbia utilità.
Snake gira dentro gli scatoli per nascondersi e però viene tanato subito, perché chi ci sarà mai dentro uno scatolo piazzato in mezzo alla strada?
La Valve ha intitolato la raccolta di giochi più bella di sempre proprio agli scatoli, ricordandoci che neanche il miglior fps della storia ne è esente.
Ah, faccio un errata corrige al volo: esplodere scatoli è mezzo impossibile, che di solito sono così necessari alla soluzione degli enigmi che se li esplodi poi non puoi andare avanti.

Pattini in linea + Ciccioni = IL MALE

Pattini in linea + Ciccioni = LA MORTE

Che se prendi dei rollerblade e pesi normale sei solo un ricchiune.
Se li prendi e sei anoressico sei un rapper che vive taggando coseanimalicittàmarched’automobile con lo spray, liberando nell’atmosfera sostanze tossiche in culo all’ozono.
Se invece sei ciccione e vai sui rollerblade, o non è vero perché se sei ciccione non puoi fare attività fisica e questa è una legge della natura mica la invento io qui su Gioca Giuè, oppure sei malvagio.
Penso sempre a Jet Set Radio che alla fine nella tua cr00 di ciccioni non ve ne sono, neanche di quelli buontemponi che te la fanno pigliare a bene mentre ungono di pizza il tuo rifugio in mezzo ai grattacieli di Nishi-Shinjuku e alle mignotte di Kabukichō.
Oppure al tizio di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty, che sì, certo, Kojima, è tutto un metavideogioco, però poi ci sono i boss, diocà, i boss, manco fosse un shmup del 1987, che senso hanno i boss in un metavideogioco che vuole insegnarti che la guerra è brutta e per inculcarti bene quest’opinabile opinione ti fa impersonare un ninja BIONDO sant’iddio, che a un certo punto deve combattere un boss che è un ciccione sui rollerblade. Cioè, dai. No.
Peraltro ‘sto boss si chiama Fatman. Sì, certo, Kojima citava la bomba atomica sganciata su Nagasaki. Non perché Fatman è un ciccione che invece di indossare enormi camicie hawaiiane e passare la vita su una sdraio sorseggiando mojito, ci lancia bombe per insegnarci che la guerra è una merda. A peggiorare il peggiorabile, Fatman è pelato.
Curiosità: non esiste neanche un membro della famiglia Andore (Final Fight) sui rollerblade. Perché? Perché gli Andore sono maschi seri, anche quando indossano tutine rosa leopardate.

La gente che scompare

Ora li vedi, fra poco non più

Tu spari a uno e quello cade a terra, proprio come ci si aspetterebbe dalle leggi della fisica, magari giusto un po’ più puppaccettoso che nella realtà, che falla te un’animazione di un corpo che si accascia a seguito di una granata in faccia. Tipo per dire in Ken il Guerriero, l’anime dico, hanno risolto segando in due la gente, mandando il video in negativo e poi separando le due metà in un florilegio di colori acidi.
E però nei videogiochi la gente si accascia e poi scompare.
Cammini su una dannata freeway col tuo pompa scarico da tanti zombis hai seccato sul tuo cammino. A una certa ti volti e dietro di te il nulla. Ma il nulla proprio, manco l’autogrill c’è più.
Dove cazzo sono finiti i zombis?
Chi li ha trafugati i zombis?
Ma soprattutto, che cazzo ci fai con duecento cadaveri (?) di zombis?
Eppure io volevo costruirne una montagnuola tipo quella che si flasha Grifis dopo aver leccato il Bejelit da bambino, che i corpi erano i suoi amichetti e lui sopra che scalava e poi andava al castello, capito no?
Io voglio i cadaveri che ho ammazzato io e li voglio poter ammucchiare con la Gravity Gun e alla fine aprire un portale arangiò sul soffito sopra i cadaveri e uno blè sul pavimento sotto e creare un nastro di Möbius di cadaveri (?) di zombis.
No che scompaiono.

Sparare in movimento

Oh mi raccomando immobile eh!

L’hai fatto l’addestramento di armi? Dico a te, persona vera reale esistente, non il tuo pupino nel videogioco. L’hai fatto? No. E allora che ne sai di come si spara? Hai visto John McClane che spara ai missili telecomandati gettandosi dagli elicotteri e allora pensi ah sì fico pur’io, cazzo ci vuole, una canottiera sporca e via andare.
No.
L’addestramento di armi ti dice che devi prima fermarti e poi sparare che non sia mai inciampi e apri un buco sulla nuca del tuo compare (ma solo se il friendly fire è attivo, cioè se il gioco è prò, non come FIFA 94 che non potevi prendere a pugni i tuoi compagni di squadra).
Quindi non lamentarti se in Resident Evil ti fermi, estrai, miri, punti, spari. E intanto i zombis, i cui cadaveri (?) scompariranno di lì a poco, ti attaccano da ogni dove ma te rimani immobile, perché cool guys don’t move in the middle of zombis.
Peraltro strano ma vero: è tutta una questione di ritmo, come al solito i negri ci danno in culo a meno di dissanguarli preventivamente, e ce lo insegna un gioco di pallidi nipponici dove non c’eran negri manco nelle più losche miniere a sminare minerali pregiati: Phantasy Star Online, capolavoro ante-litteram dei rhythm game, di cui ho già ampiamente scritto, quindi niente.
In fondo è giusto che il videogioco ci trasmetta il disagio dello sparo, la complessità di quest’azione complessa, ed è giusto che se un gioco già usa 27 tasti per compiere azioni totalmente prive di senso, non ne usi altri 10 per lo sparo, ma ti costringa a fermarti a caso in mezzo alla mischia. Per dire, Red Dead Redemption che, fuori dal combattimento usa solo un tasto per spronare il cavallo, si può permettere di richiederti l’utilizzo di un arcade stick a 18 tasti (turbo esclusi) per sparare. Salvo poi dimenticare il pugnale equippato ed attaccarsi a questa grande ceppa di minchia mentre un ladro ti fotte il cavallo e fugge via al galoppo nel tramonto, che tutti sappiamo essere un pericolosissimo dirupo. Quindi FUCK YOU, ladro.

Salvare mondi deserti

I puntini verdi sono le abitazioni. Dell’intero villaggio di Besaid (Final Fantasy X)

Pensa te che un tempo ero un campione di palla avvelenata subacqua e ora devo salvare il mondo.
Spoiler: non è vero sono tipo un sogno (credo, la trama non ha molto senso) e Auron è un non trapassato.
Bè, comunque giro in po’ e entro nel villaggio e ci sono 5 persone, di cui due venditori (rigorosamente uno di oggetti e uno di armi), un capovillaggio, due npc e uno che ti da una sidequest che per 8 ore di farming ti ricompensa con una bandana magica nuova di zecca, WTF ficata una bandana nel 2011!!!, peccato che uno dei cinghiali che farmavi per ottenere quella splendida bandana abbia droppato un elmo di mithril +1000, quindi della bandana anche sticazzi. Che culo eh?
Ma non è questo il punto.
No, il punto è che un villaggio da 5 abitanti non dovrebbe non dico essere un’entità amministrativa distinta (quindi FUCK YOU, capovillaggio), ma manco apparirmi sulla mappa, che non ho il minimo interesse ad andare in un posto con 5 abitanti.
E insomma, io giro per ‘sti villaggi con 4 case e 5 abitanti (sì, spesso si trova un abitante fuori casa e nessuna casa ad accoglierlo la notte, e ciò è triste), anche fossero 20 villaggi, alla fine sarei conosciuto da un centinaio di persone.
Un mondo con 20 villaggi e 100 persone. Che con ottime probabilità saranno tutti figli di incesti, perché non è che ci sia proprio sta gran varietà genetica.
E io mi devo sbattere per salvarlo?
Ma chivvesencula.

Small Talk at Midgar & Nibelheim

Dettagliato e conciso: un signor NPC.

Rimaniamo per un po’ nel magico mondo fatato di unicorni e Ultime Weapon degli rpg.
Che non sono tanto magici e fatati per l’ambientazione quanto per il rapporto di intimità che si instaura tra il protagonista – e i suoi scagnozzi – e gli sconosciuti incontrati in giro.
Quante volte v’è capitato di premere X puntando uno sconosciuto e sentirvi dire “Ah, mia moglie è una troia, non scopo da mesi”, oppure “Il figlio del mio vicino è un ricchiune, l’ho visto andare a Costa del Sol che ultimamente è diventata come Mykonos”, o ancora “Ti regalo cento gils se mi vai a comprare del Vagisil nell’altro villaggio, che ho un prurito là sotto che non ti dico”.
Che poi va a finire che Cait Sith origlia e va a riferire tutto alla Shinra e che troie, ricchiune e infezioni vaginali son cose per cui ti arrestano e ti ficcano dentro un reattore Mako insieme a Jenova, e poi son cazzi.
Fatto sta che io delle mie tendenze sessuali non parlerei col mio terapeuta, figuriamoci con un gatto robot che NON sia ghiotto dorayaki. Ma in finale anche Doraemon chi se lo incula.
Eppure gli npc ci opprimono con i loro problemi personali, con le loro chiacchiere da bar, con opinioni su macroeconomia e immigrazione clandestina che manco nel nord-est italiano.
Che poi basterebbe permettere al giocatore di uccidere gli npc (vi concedo anche la scomparsa dei cadaveri, tanto sticazzi), ma niente oh. Sai quante lettere prima e mail poi ho mandato alla Squaresoft? Lasciamo perdere, davvero.

I cessi, barriere architettoniche dell’eroe moderno

O pisci o te ne vai, che dentro al cesso Mary non la troverai mai.

Ora, quante volte avete trovato un cesso nei videogiochi? Tante, ve lo dico io.
Quante volte li avete utilizzati? Mai, ve lo dico io, ostentando una sicumera che più casuale non si potrebbe.
Bene. Perché? Eh, ve lo dico io.
Parliamo di me: mio cugino mi fa vedere It che avevo credo 6 anni e per 2 settimane non ho cacato perché ero convinto che sbucasse un clown dalla tazza mentre ero seduto. Giuro, m’immaginavo il contatto del culo che stride con la gomma del palloncino, una sensazione brutta forte, non ve la auguro.
Morale: il cesso è un luogo pericoloso.
Per dire, dove inizia Silent Hill 2? In un cesso. Col protagonista che usa la ritirata? No, si guarda allo specchio però non ricordo perché, ma presumibilmente perché era costretto a pisciare nel lavandino che nel vano gabinetto c’era Ronald McDonald.
Uno potrebbe obiettare che manco nei film o nei fumetti si va mai al cesso, che è una specie di licenza poetica meno profumata. No. In non ricordo quale Arma Letale stanno al cesso per tipo 10 minuti interi, una roba liberatoria, guarda.
E peraltro tutti i giochi da veri prò, con la loro brava modalità Survival che devi mangiare e bere sennò muori in mezzo al deserto, beh, in tutto quel bere una pisciatina no? Non si muore di prostatite? È tutto da dimostrare e nel frattempo mi piacerebbe che la combinazione di tasti L2+R2+Start (start perché alla fine è una sorta di pausa, siamo sinceri) mi rivolgesse contro un albero e mi facesse quantomeno pisciare. Poi con le nuove periferiche sai che gioia la sgrullata?

Mmmh, buono il pollo! TRA! TRA! TRA!

Finzione e realtà. (Mangia, che tanto per terra è pulitissimo!!)

Vi siete mai sentiti scarichi, che magari la sera prima avete bevuto troppo e ora state un po’ così, o che state facendo a stecche con dei punkabbestia che volevano solo qualche ramino per il biglietto dell’autobus? O semplicemente sono quei giorni lì?
La soluzione è il pollo.
Lo potete trovare in cassonetti, bauli, droppato dai suddetti punkabbestia, come ricompensa di fine livello, dentro una cassetta di primo soccorso, nei cessi che tanto nessuno usa.
Una volta ho mangiato un pollo arrosto intero e gli unici effetti che ho ottenuto sono stati uno stopposo pezzo di petto incastrato tra i denti e le mani puzzolenti.
Peraltro l’avevo comprato in rosticceria eh, mica trovato per terra che è una roba simile ad accettare le caramelle dagli sconosciuti.
Che poi anche le caramelle ti ricaricano, ma meno del pollo, anche se più della soda. Quelle rare poi rischi che digievolvi, però mica lo so io in cosa potrei digievolvere – e neanche voglio saperlo, quindi magari evito di comprare su eBay un pacchetto di Big Babol all’anguria fuori produzione dal 1997.

Oggetti bidimensionali finti tridimensionali indistruttibili (la panchina)

“Porco il clero, che cazzo ci faceva una panchina in mezzo alla strada?”

Acceleri a manetta, tiri giù i passanti, abbatti motorini che manco a Roma il sabato alle 13, distruggi SUV, pali della luce e cabine telefoniche.
Poi vedi davanti a te una cazzo di panchina. Sai che non farai in tempo a evitarla, non ricordi il tasto per buttarti fuori dall’auto, accenni una bestemmia e ti schianti. BAM, il cofano inizia a fumare poi a bruciare, tu rimani privo di sensi sull’airbag. Ancora svenuto perisci nell’esplosione. Mentre la panchina è ancora là, intonsa. Al massimo si sono scancellate le scritte PAOLO♥SARA 14/02/1993 con l’Uni POSCA dorato.
Eppure vi è applicata una texture di normalissimo legno!

I giochi nei giochi nei giochi nei giochi

Negazione -> Rabbia -> Patteggiamento -> Depressione -> Gashapone!

Prendi per esempio Ryo Hazuki, che gli uccidono il padre e lui lo deve vendicare e però è una corsa contro il tempo perché Lan Di sta andando in vacanza a Mykonos e lo devi acciuffare prima che salga sull’aereo.
Ma dannazione siamo negli anni 80, chisseloncula tuo padre, c’è Hang-On in saletta, senza contare che hai tipo 17 anni e sei un esperto di caratè e DEVI fare mille prepotenze ai ragazzini più piccoli e rubargli tutti gettoni da 100 yen per poi comprarti gashaponi di NiGHTS che non era ancora uscito ma te li volevi troppo anche se giro due settimane saresti emigrato in Cina, che poi tecnicamente allora Hong Kong era Regno Unito.
O prendi Squall Leonhart (anzi, Sukōru Reonhāto) che deve sconfiggere la strega cattiva e finalmente scopare Rinoa anche se sei stato 2 mesi con lei su un’astronave abbandonata con lei che si strizzava le tette ammiccante e non hai allungato manco un dito, COGLIONE. Bè, insomma, che fai, che il tempo stringe? Ti metti a giocare a ramino con gli npc. Sì, esatto: COGLIONE.
PS: secondo me Rinoa ce l’ha più secca di un bidone di sabbia.

Porcoddena, Sonic ce l’ho doppione! :(

Apposto.
Ci vediamo il 3 marzo 2012 per il primo secondo compleanno di Gioca Giuè!


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